"…Ogni volta che facciamo qualcosa per chi ha meno di noi o si trova dalla parte sbagliata della terra, non facciamo qualcosa di straordinario, ma solamente risarciamo una parte infinitamente piccola dell'ingiustizia che loro hanno subito da quando sono nati e subiranno fino alla morte…" (V. Savio)

Romania

PROGETTO RAGAZZI DI STRADA

L’Associazione sostiene interventi di carattere sanitario e burocratico a favore di ragazzi che vivono nei tombini di Bucarest e che sono seguiti da un’operatrice che lavora in loco.

In seguito al regime dittatoriale degli anni ottanta e alle conseguenze che questo ha arrecato, sono molti i bambini e ragazzi abbandonati negli istituti che spesso scappano e trovano rifugio nei canali sotterranei della capitale, attraversati dalla rete di riscaldamento cittadina. Rifugiandosi in questi luoghi conducono una vita di stenti con problemi alimentari, igienici e di salute ai quali tentano di porre rimedio utilizzando la cola.

L’operatrice che l’associazione sostiene collabora con associazioni locali, al fine di poter offrire a questi ragazzi delle possibilità alternative alla vita di strada, attraverso un percorso riabilitativo.

Ciò nonostante ci sono dei bisogni urgenti a cui l’associazione Lucicate ha deciso di rispondere come: i bisogni sanitari, che in Romania sono a totale carico del cittadino, il riconoscimento della propria identità di cittadino romeno, attraverso l’iscrizione anagrafica di cui molti sono privi.

PROGETTO CASA SPERANTEI

L’Associazione è presente a Bucarest mediante una casa di accoglienza per ragazze madri prive di supporto famigliare e a Campina nell’Istituto per l’accoglienza di minori in difficoltà.

Entrambi sono stati fondati e sono tutt’oggi seguiti dalla congregazione delle Suore di San Giuseppe di Aosta, le quali, prestano attenzione alle fasce più deboli della società proprio come i bambini e le ragazze madri.

 

Nella casa di accoglienza di Bucarest l’assistente sociale garantisce e accompagna le neomamme nell’accudimento e nella crescita dei bambini con un’attenzione particolare al recupero dei rapporti famigliari delle ospiti, la dove è possibile.

L’associazione Lucicate sostiene mensilmente le spese dell’alloggio della casa di accoglienza.

All’interno di questo contesto, l’associazione è venuta a conoscenza ed aiuta anche tre bambini che frequentano la scuola primaria, affidati ad una nonna impossibilitata a mantenerli.

 

A Campina si trova un centro che accoglie circa cinquanta bambini dai 3 ai 12 anni Questo centro è nato per l’accoglienza di neonati provenienti da famiglie in difficoltà o affidati all’istituto da organi competenti con la prospettiva dell’adozione ma, a causa del blocco delle adozioni internazionali da parte del governo Rumeno, oggi si trova ad ospitare bambini sempre più grandi.

L’associazione Lucicate sostiene il centro con un contributo economico mensile e organizza campi estivi animati da soci e amici di tutte le età, che si recano in loco.

RACCONTI E RIFLESSIONI DEI NOSTRI VOLONTARI

Se è vero che ci sono luoghi che hanno energie e poteri sulle persone che li abitano, sicuramente Casa Sperantia è uno di questi. Il nome che porta è la conferma che in quella casa abitata da tante donne e bambini, hanno vita tutti i giorni piccoli e grandi gesti in virtù della speranza. Quella di dare riparo, protezione, educazione a piccole anime abbandonate. Noi siamo stati a casa Sperantia nel terzo gruppo di Lucicate. Gruppo.. In realtà tanti di noi non si conoscevano neppure, ma abbiamo capito, fin dagli incontri di preparazione a Rovereto, che nelle nostre diversità c'era la stessa voglia di fare, scoprire e mettersi in gioco. Siamo diventati molto presto un noi: tanti io che arrivati da vite vicine, ma diverse, da amicizie ed esperienze complementari, si sono sintonizzati sulla stessa frequenza. A distanza di mesi il giovedì è ancora la serata dedicata a noi. Giovedì è la serata Romania e noi per noi stessi siamo “i rumeni”.

 

A Campina, cittadina circondata da tanto verde e campi di girasole, abbiamo ricevuto l'accoglienza calorosa delle suore che ci aspettavano e del gruppo che ci passava il testimone.

I bambini di casa Speranza sono tanti, belli, vivaci. Sorridenti, divertenti ma anche duri, tenaci. Bambini che nei loro occhi colorati, piccoli, grandi, alcuni strabici, portano tracce di rabbia, di delusione, di tristezze passate. Ma i loro occhi sanno guardare lontano, sanno intravedere e comprendere le situazioni. Sanno scrutarti e cogliere la tua debolezza. Nel loro italiano imperfetto ma molto più che comprensibile, esprimono opinioni precise e criticano con pertinenza. Dicono quello che vedono e pensano, e vivono alla giornata nella loro maniera: prendono quello che trovano perché non hanno nulla di loro, fanno quello che vogliono finché qualche adulto non dice loro cosa devono o non devono fare. Non concesso a nessuno disobbedire, essere violento, essere sporco, prendere senza chiedere. Eppure succede. Si fa fatica a stare insieme tutti i giorni tutto il giorno, si fa fatica a non avere nulla, un piccolo spazio, un oggetto che sia solo “mio”. Eppure casa Speranza è casa loro. E noi siamo arrivati in punta di piedi, ma con piedi grandi e ingombranti per cercare di entrare a far parte, anche per pochi giorni, della loro vita.

 

E' stato faticoso. Innanzitutto imparare le regole della casa: lo spazio dei bambini è solo dei bambini. Le routine vanno rispettate, i bambini vanno rispettati per il loro modo di essere e vivere.

È stato difficile ricominciare con loro per la terza volta ad abituarli a ospiti nuovi, conquistare la fiducia, il rispetto e l'autorità di persone più adulte e che forse ti possono insegnare qualcosa. A Rovereto c'eravamo preparati tante attività, giochi, momenti, ma abbiamo imparato ad avere sempre con noi il “paracadute”. Se questo gioco non funziona, prima che il gruppo si dissolva e riperda la concentrazione, si deve velocemente cambiare strategia e attività. È stato faticoso far capire che se le regole ci sono, vanno rispettate, ma solo perché così si può giocare. Che non occorre dare un pugno per attirare l'attenzione. Che se uso un pennarello e imparo a rimetterci il tappo, lo posso riutilizzare. Poi abbiamo trovato una chiave e si aperta una porticina. Tutte le sere ci incontravamo per programmare nel dettaglio le giornate successive, ma soprattutto per parlare dei nostri vissuti, delle nostre emozioni. Essere lì, a contatto con quelle vite difficili, ci ha dato modo di dare un piccolo sguardo sulla realtà rumena, di conoscere l'attività della casa e delle suore, di riflettere a fondo sui bambini, ma anche su di noi. A ciò che si dimentica vivendo come facciamo noi. Al valore delle piccole cose che fanno l'enorme differenza. Il valore della famiglia, del rispetto, delle promesse mantenute. Della fiducia nell'altro. Di quanto noi avessimo bisogno di stare con quei bambini irriverenti e divertenti. Quanto vale il sorriso di un bambino che riesce e si diverte in qualcosa proposto da te? Quanto vale sentirsi cercare da un bambino che ti dà fiducia? Che ti racconta i suoi segreti, che ti affida un piccolo gioco o un piccolo oggetto, che ti chiede di disegnare per lui?

 

A casa speranza abbiamo lasciato un pensiero. È un abbraccio alla casa che ci ha accolto per una intera settimana. È un sorriso per ogni bambino che ci ha concesso la sua compagnia. Abbiamo lasciato un grazie perché ci siamo scoperti uniti e vicini. Da casa speranza ci siamo portati via tanto: quanto vale la famiglia che ci ha dato la vita e la famiglia che ci accoglie, quanto è importante darsi senza chiedere e saper ricevere da chi fa fatica a dare. Il valore di una promessa. Il valore della vita che ci stata concessa e che ogni giorno andrebbe onorata.

Esperienza giovani 2010
Presentazione dell'esperienza vissuta nel 2010 da un gruppo di giovani formati ed accompagnati dall'associazione.
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Esperienza giovani 2011
Presentazione dell'esperienza vissuta nel 2011 da un gruppo di giovani formati ed accompagnati dall'associazione.
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OGNI PRIMO SABATO DEL MESE AL MERCATINO DELL’USATO DI ROVERETO È PRESENTE LA BANCARELLA DI LUCICATE PER RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DI CASA SPERANTEI